Viviamo nell’era degli chef stellati e degli show culinari sui canali satellitari a pagamento. La cucina alla moda ci blandisce ovunque, dagli schermi televisivi alle vetrine delle librerie, riempiendoci la testa di nozioni non richieste sul filetto di kobe o sul blu di morozzo, sulla malandra di polpo o sul modo giusto di cucinare le percebes. Cose che nella maggior parte dei casi nemmeno ci interessa di mangiare. Ma che nell’evo mediatico-culinario diventano fondamentali, facendoci perdere il gusto della ricerca dei veri ristoranti di qualità, persi dietro le sirene televisive della gastronomia main-stream. Un peccato tanto più grande vivendo in un luogo dalla cucina leggendaria come la Sicilia, e particolarmente Catania.
Da qui l’interesse di stilare una classifica dei migliori ristoranti che offrono ai catanesi e ai viaggiatori di passaggio il gusto autentico del cibo siciliano, cucinato secondo le regole della tradizione con piena libertà di innovare e modernizzare, talento dei veri chef che coniugano l’antico e il contemporaneo, il primigenio e il futuribile, apparecchiando ai fortunati che siedono alle loro tavole un’esperienza gustativa unica, che tiene alto il marchio della Sicilia del mondo. Perché il merito della buona ristorazione non finisce con la soddisfazione del cliente che s’alza contento da tavola. Ma comprende anche un imponente indotto economico e una risorsa occupazionale irrinunciabile per la nostra città, già fiaccata da una grave crisi che ha lasciato macerie dietro di sé.
Il settore del “food and beverage” – come dicono le guide eleganti: noi preferiamo l’italiano “ristorazione” – sta conoscendo a Catania un grande incremento, spingendo alcuni a parlare di una “primavera culinaria” per la nostra città. Merito di una nuova generazione di imprenditori che ha voluto mettersi in gioco rischiando in un settore complesso come quello del cibo, ma anche della vecchia guardia che in questi anni ha stretto i denti e tenuto botta quando le circostanze avrebbero invitato a chiudere ristoranti e cucine e cercare di salvare il salvabile per i propri figli e nipoti. La passione per un mestiere antico e nobile, quello dell’oste, ha prevalso permettendo al patrimonio delle tradizioni culinarie catanesi di rimanere intatto per poter essere tramandato alla nuova guardia. Che sembra intenzionata a far bene, irrorando con energia nuova il settore produttivo di questa città.
Uno sforzo a cui va reso merito. Con questo spirito la redazione di Tribù ha stilato questa classifica, cercando di selezionare un campione quanto più accurato di quanto di buono offra la città a chi voglia godere del buon cibo e del buon vino, possibilmente in buona compagnia. Non si offendano i molti ristoratori importanti e capaci che non hanno trovato spazio nelle dieci posizioni Esigenze di sintesi hanno imposto di limitare il numero, e la città ha tanti maestri del gusto che per includerli tutti avremmo dovuto comporre una classifica chilometrica. Oppure concentrarci sui migliori rappresentanti delle varie categorie, per offrire al lettore un quadro complessivo e lasciare al suo gusto la scelta.
A tutti i padroni di ristoranti, agli chef, agli uomini di sala, a chi a vario titolo cura spesa e beveraggio fino agli arredatori dei locali e ai manutentori delle cucine, giungano i nostri più sinceri complimenti per il lavoro svolto negli anni passati e l’augurio più fervido di fare bene e meglio anche quest’anno. La ristorazione catanese davvero lo merita.